impianto di termovalorizzazione

Che cos’è un impianto di termovalorizzazione

LA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI IN EUROPA E IN ITALIA

In un momento storico come questo, in cui è sempre più alta l’attenzione verso le tematiche della sostenibilità e dell’impatto ambientale, ricopre un ruolo di gran rilievo il recupero di energia derivante dai rifiuti. La Direttiva introdotta dalla Commissione Europea nel 2018, “Circular Economy Package”, prevede, infatti, obbiettivi importanti in materia di gestione dei rifiuti urbani e necessariamente indica l’utilizzo di termovalorizzatori ad alta efficienza energetica, come una delle opzioni maggiormente utili sia al rispetto dei dettami normativi sia al miglioramento dell’intera filiera e catena di valore del settore ma anche in relazione all’impatto sulla qualità della vita.

Ma facciamo prima una fotografia della situazione riscontrata negli ultimi anni in Europa e in Italia.

I dati ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ci danno un’idea dei rifiuti urbani nel 2019 in Europa. Le cifre indicano la produzione di oltre 220 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con un aumento di oltre 3 milioni di tonnellate rispetto ai due anni precedenti. L’aumento che coinvolge anche l’Italia è dovuto alla crescita economica del periodo.

Nello specifico, in Italia l’aumento di produzione di rifiuti urbani è di 119mila tonnellate. Come vengono gestiti questi rifiuti? La situazione a livello europeo è molto disomogenea. Tra i paesi più “virtuosi” rientrano la Finlandia e la Germania, rispettivamente con il 56% e il 32% di recupero dell’energia attraverso la termovalorizzazione. L’Italia si attesta invece al 21%.

VEDI ANCHE “RIFIUTI URBANI: QUALI SONO E COME DISTINGUERLI

IMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE: CHE COS’È

Un impianto di termovalorizzazione brucia i rifiuti che non possono essere riciclati: nello specifico, rifiuti solidi urbani, come imballaggi e plastica, e i rifiuti speciali prodotti da aziende e industrie. Le caratteristiche principali di un termovalorizzatore sono le elevate temperature di combustione e i sistemi di filtraggio. La combustione dei rifiuti avviene infatti oltre gli 850 gradi: in questo modo si riduce la formazione di diossine.

I sistemi di filtraggio permettono di trattenere le ceneri e i fumi per contrastare l’inquinamento ambientale dovuto allo loro dispersione nell’aria. La produzione di energia elettrica attraverso un termovalorizzatore avviene grazie all’ebollizione dell’acqua in appositi radiatori, che genera vapore e aziona delle turbine.

TERMOVALORIZZAZIONE: UN TREND POSITIVO

Gli impianti di termovalorizzazione in Italia, anche se presenti in misura inferiore rispetto a 20 anni fa , sono in linea con la direttiva della Commissione Europea del 2018, Circular Economy Package.

Le indicazioni salienti della normativa prevedono, per il 2035, il riciclo e il riuso di almeno il 65% dei rifiuti solidi e urbani, e di massimo il 10% di smaltimento dei rifiuti urbani in discarica. Inoltre, la direttiva vieta lo smaltimento dei rifiuti recuperabili, come la carta, il vetro, l’alluminio.

Si tratta di dati importanti, legati alle necessità sempre più stringenti di aumentare la raccolta differenziata e trovare fonti di energia rinnovabili alternative al petrolio. In questo modo, gli impianti di termovalorizzazione ad alta efficienza energetica non soltanto bruciano i rifiuti, ma producono anche energia elettrica attraverso il vapore, che in molto casi raggiunge le abitazioni private per fornire acqua calda (teleriscaldamento).

I VANTAGGI DEL TERMOVALORIZZATORE

Uno dei principali benefici dei termovalorizzatori di ultima generazione, oltre al recupero di energia, è quello della maggiore tutela dell’ambiente, avendo un impatto sull’inquinamento decisamente minore rispetto ai vecchi inceneritori. Rispetto alle altre metodologie di smaltimento dei rifiuti, infatti, i termovalorizzatori sono impianti meno inquinanti, se si esclude l’emissione di CO2 causata dalla combustione. La produzione di energia poi consente la riduzione dei combustibili fossili, tema sempre più fondamentale anche a causa della crisi energetica attuale.

L’emissione di CO2 legata al funzionamento dell’impianto è comunque inferiore a quella prodotta dallo smaltimento dei rifiuti nelle discariche e in particolare dalla decomposizione dei rifiuti biodegradabili.

Come dimostrano le analisi in campo epidemiologico, infine, i termovalorizzatori moderni non determinano un aumento di patologie.

QUANTI SONO E DOVE SI TROVANO I TERMOVALORIZZATORI NEL MONDO E IN ITALIA

Nel mondo, i rifiuti bruciati in questa tipologia di impianti superano i 215 milioni di tonnellate, e di questi il 15% produce energia rinnovabile. Gli impianti di termovalorizzazione nel mondo sono circa 1.700, di cui un terzo si trova in Europa e molti di questi impianti sorgono all’interno delle città. A livello mondiale, la Cina è a momento al primo posto per quanto riguarda la costruzione di impianti di termovalorizzazione.

Nel nostro paese i termovalorizzatori sono circa 40 e si trovano soprattutto nel nord Italia. Gli impianti più importanti sono quelli di Torino, Milano e Brescia. Al centro sono collocati a Modena e Granarolo dell’Emilia (Bologna), e a San Vittore del Lazio (Frosinone), mentre al sud il più grande si trova ad Acerra, in provincia di Napoli.

LA DIFFERENZA TRA TERMOVALORIZZATORE E INCENERITORE

Spesso c’è confusione sulla differenza tra inceneritori e termovalorizzatori. Gli inceneritori in Italia non esistono quasi più, e dal 1997 la legge italiana prevede l’obbligo di produzione di energia nei termovalorizzatori. Gli inceneritori bruciano le stesse tipologie di rifiuti dei termovalorizzatori, ma non producono energia rinnovabile.

Condividi post