I PFAS, acronimo inglese per “Sostanze alchilate per e polifluorurate – Per and Poly-Fluorinated Alkylated Substances”, potrebbero essere banditi in tutta l’Unione Europea a partire dal 2026. È quanto prevede la proposta presentata da cinque Paesi membri (Danimarca, Germania, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia) all’Agenzia Europea per le sostanze chimiche (ECHA). Un giro di vite che nasce sulla base di diversi studi scientifici che hanno dimostrato come i PFAS siano spesso responsabili di problemi anche gravi per la salute umana. L’iniziativa, promossa in particolare da Berlino e L’Aia, dovrebbe sfociare in un regolamento nel 2025. Il cuore della proposta è costringere le aziende a cercare alternative ai PFAS, molto probabilmente a partire dal 2026/27. Vale a dire circa 10mila sostanze diverse attualmente sul mercato. Secondo le stime allegate alla proposta, se non si interviene, circa 4,4 milioni di tonnellate di PFAS finirebbero nell’ambiente nei prossimi 30 anni.
I PFAS hanno molteplici applicazioni, come la produzione di prodotti antiaderenti, antimacchia o impermeabili. Essendo sostanze mobili e non degradabili nell’ambiente, si possono trovare nell’acqua, nel suolo, nella pioggia e negli animali, oltre che nell’uomo. Anche in Italia vi sono alcune aree critiche e anche il fiume Po è risultato affetto da questo genere di contaminazioni.
Per discutere del problema, ma soprattutto per cercare soluzioni, IES ed Erica Srl hanno organizzato una sessione tematica dedicata ai PFAS nell’ambito della conferenza WME (Waste Management Europe Conference 2024, Bergamo, 9-11 aprile 2024), evento che riunisce politici, organizzazioni globali e fornitori di soluzioni innovative per affrontare le sfide della gestione dei rifiuti e guidare l’implementazione delle attività di Economia Circolare.
La sessione, prevista per il 10 aprile, si aprirà con un discorso introduttivo su cosa sono i PFAS e si concentrerà sul perché è un tema che richiede molta attenzione da parte di filiere e aziende. Verranno poi discussi gli impatti sulla salute umana, gli aspetti normativi, il punto di vista dei produttori e soprattutto le tecnologie per il loro trattamento.
Gavin Sutcliffe, Conference manager di IES Group, afferma: “L’importanza di affrontare i materiali di scarto complessi e impegnativi non è mai stata così grande e nel 2024 siamo lieti di tornare a Bergamo per mettere insieme alcune delle menti più acute del mondo per aiutarci a superare questi grandi problemi. I rifiuti di plastica e l’inquinamento da PFAS rappresentano una priorità assoluta da sradicare per i governi internazionali a causa del danno che chiaramente arrecano non solo ai sistemi ecologici ma anche alla salute umana. È di grande beneficio accogliere i membri esperti di Erica Srl per condividere le loro conoscenze con il nostro pubblico e discutere su come possiamo andare avanti al meglio con la nuova legislazione prevista”.
Isabella Stilo, CEO di Erica, dichiara: “Siamo molto soddisfatti di questa partnership con IES, che ci dà l’opportunità di discutere un tema strutturato e molto importante all’interno di WME. Crediamo che eventi come questo siano fondamentali per pensare a soluzioni tecnologiche, sistemiche e normative relative al mondo dei PFAS”.
Note per la stampa
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