PFAS: il podcast

La società Erica, realtà affermata nella gestione e trattamento dei rifiuti industriali, lancia il primo podcast sui PFAS, sostanze chimiche responsabili di quello che viene definito “inquinamento eterno”

Dopo anni di ricerca e sviluppo e tre brevetti su tecnologie specifiche sull’abbattimento dei PFAS, composti chimici che in natura durerebbero millenni, Erica decide di rispondere alle principali domande sul fenomeno che solo in Europa coinvolge più di 17.000 siti e che potrebbe compromettere la salute pubblica dei cittadini, anche in Italia

Ascolta la serie in streaming al link

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Sono più di 1.600 in Italia, oltre 17mila in tutta Europa, i siti contaminati da PFAS, acronimo che indica le sostanze poli- e per-fluoroalchiliche, composti organici ideati e sintetizzati a partire dagli anni ’40 e utilizzati in una vasta gamma di applicazioni industriali e commerciali grazie alle loro caratteristiche di stabilità termica, chimica e biologica. A confermare la loro importante diffusione è il Forever Pollution Project, un’inchiesta giornalistica che ha coinvolto 17 testate in tutto il continente guidato dal francese Le Monde e che ha monitorato siti in cui la concentrazione di PFAS presenta livelli pari o superiori a dieci nanogrammi per litro (ng/L).

Per fare chiarezza sulla sempre più controversa e complessa questione legata a questi inquinanti emergenti di cui si conosce ancora poco, Erica Srl, società di gestione, trattamento e recupero rifiuti industriali (https://ericambiente.it/), che da anni si occupa di ricerca e sviluppo in questo ambito, lancia il podcast “Ehi, Erica! Parliamo di PFAS?”.

La serie, prodotta da Dr Podcast Audio Factory Ltd, nasce dalla volontà dell’azienda di condividere riflessioni e contenuti di questi anni di ricerca, rendendoli accessibili agli ascoltatori grazie a un linguaggio semplice e diretto.

Cosa sono i PFAS? Perché in Italia si parla tanto di PFAS? Quali sono i rischi per la salute?

Sono proprio queste le tre domande attorno a cui ruotano i primi tre episodi del podcastdisponibili da oggi sulle principali piattaforme streaming (Spotify, Apple Podcast, Amazon Music, Spreaker).

guidare gli ascoltatori in un “viaggio” alla scoperta di questi composti chimici è una speciale e preparatissima assistente virtuale di nome Erica, progettata per rispondere alle domande sui PFAS, sia quelle più comuni che quelle più articolate, con la voce dell’attrice Chiara De Bonis.

Insieme a lei sarà possibile capire meglio cosa sono i PFASdove si trovano perché in Italia si parla tanto di PFAS, soprattutto legati ad alcuni territori come PiemonteVeneto Lombardia; Erica proverà anche a rispondere ai dubbi molto frequenti come in che misura i PFAS possono incidere sulla salute e sulla qualità della vita delle persone?

 I PFAS si trovano ovunque: abiti, saponi, strumenti sanitari, confezioni di cibo, bicchieri in carta riciclabile, padelle antiaderenti, vernici, finestre, mascara waterproof, carta forno e moltissimi altri oggetti di uso quotidiano.

Erica srl si occupa dal 2017 di Ricerca e Sviluppo e ha condotto ricerche, studi, approfondimenti e sperimentazioni con importanti Enti ed Università, oltre ad aver conseguito 3 brevetti per la tecnologia PFAS Remover, specifica per l’abbattimento di questi inquinanti nel percolato di discarica.

“Il Podcast Ehi, Erica! sui PFAS – afferma Isabella Stilo, amministratore delegato di Erica Srl – nasce da analisi, studi, approfondimenti e sperimentazioni svolti da Erica in oltre 6 anni di Ricerca e Sviluppo. L’idea di questa prima stagione è che Erica si trasformi in una sorta di assistente virtuale che risponda alle domande che vengono più frequentemente poste ai motori di ricerca, cercando di fare chiarezza sulla provenienza, la diffusione e l’intricato percorso legislativo di questi inquinanti emergenti. In primavera lanceremo una seconda stagione che approfondirà ulteriormente l’argomento e coinvolgerà diverse personalità competenti.

In Erica – conclude Stilo – ci occupiamo di gestione e trattamento rifiuti dal 1990 e sentiamo di avere una forte responsabilità nella salvaguardia ambientale. Noi, come moltissime altre realtà del settore, abbiamo l’opportunità di fare la differenza ogni giorno, svolgendo con serietà il nostro lavoro nello smaltimento dei rifiuti. Dal 2017 abbiamo scelto di dedicare investimenti, risorse ed energie allo studio di tecnologie per abbattere gli inquinanti emergenti, argomento che, seppur nella sua complessità, ci ha appassionato e in cui riteniamo di avere dei contenuti significativi da condividere.

Erica S.r.l. si è affidata a Dr Podcast per la realizzazione del primo podcast dedicato all’argomento.

L’attrice Chiara De Bonis dà voce a una speciale assistente virtuale che risponde alle domande più frequenti su questi composti chimici, la loro relazione con l’ambiente circostante, il cibo, l’acqua, la salute e descriverà il ruolo delle istituzioni e della comunità scientifica in Italia, Europa e negli Stati Uniti.

 

 

PFAS: un convegno a Bergamo per confrontarsi su problemi e soluzioni

PFAS, acronimo inglese per “Sostanze alchilate per e polifluorurate – Per and Poly-Fluorinated Alkylated Substances”, potrebbero essere banditi in tutta l’Unione Europea a partire dal 2026. È quanto prevede la proposta presentata da cinque Paesi membri (Danimarca, Germania, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia) all’Agenzia Europea per le sostanze chimiche (ECHA). Un giro di vite che nasce sulla base di diversi studi scientifici che hanno dimostrato come i PFAS siano spesso responsabili di problemi anche gravi per la salute umana. L’iniziativa, promossa in particolare da Berlino e L’Aia, dovrebbe sfociare in un regolamento nel 2025. Il cuore della proposta è costringere le aziende a cercare alternative ai PFAS, molto probabilmente a partire dal 2026/27. Vale a dire circa 10mila sostanze diverse attualmente sul mercato. Secondo le stime allegate alla proposta, se non si interviene, circa 4,4 milioni di tonnellate di PFAS finirebbero nell’ambiente nei prossimi 30 anni.

I PFAS hanno molteplici applicazioni, come la produzione di prodotti antiaderenti, antimacchia o impermeabili. Essendo sostanze mobili e non degradabili nell’ambiente, si possono trovare nell’acqua, nel suolo, nella pioggia e negli animali, oltre che nell’uomo. Anche in Italia vi sono alcune aree critiche e anche il fiume Po è risultato affetto da questo genere di contaminazioni.

Per discutere del problema, ma soprattutto per cercare soluzioni, IES ed Erica Srl hanno organizzato una sessione tematica dedicata ai PFAS nell’ambito della conferenza WME (Waste Management Europe Conference 2024, Bergamo, 9-11 aprile 2024), evento che riunisce politici, organizzazioni globali e fornitori di soluzioni innovative per affrontare le sfide della gestione dei rifiuti e guidare l’implementazione delle attività di Economia Circolare.

La sessione, prevista per il 10 aprile, si aprirà con un discorso introduttivo su cosa sono i PFAS e si concentrerà sul perché è un tema che richiede molta attenzione da parte di filiere e aziende. Verranno poi discussi gli impatti sulla salute umana, gli aspetti normativi, il punto di vista dei produttori e soprattutto le tecnologie per il loro trattamento.

Gavin Sutcliffe, Conference manager di IES Group, afferma: “L’importanza di affrontare i materiali di scarto complessi e impegnativi non è mai stata così grande e nel 2024 siamo lieti di tornare a Bergamo per mettere insieme alcune delle menti più acute del mondo per aiutarci a superare questi grandi problemi. I rifiuti di plastica e l’inquinamento da PFAS rappresentano una priorità assoluta da sradicare per i governi internazionali a causa del danno che chiaramente arrecano non solo ai sistemi ecologici ma anche alla salute umana. È di grande beneficio accogliere i membri esperti di Erica Srl per condividere le loro conoscenze con il nostro pubblico e discutere su come possiamo andare avanti al meglio con la nuova legislazione prevista”.

Isabella Stilo, CEO di Erica, dichiara: “Siamo molto soddisfatti di questa partnership con IES, che ci dà l’opportunità di discutere un tema strutturato e molto importante all’interno di WME. Crediamo che eventi come questo siano fondamentali per pensare a soluzioni tecnologiche, sistemiche e normative relative al mondo dei PFAS”.

Note per la stampa

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PFAS: a WME emerge la necessità di fare sistema

Il congresso “FOCUS ON PFAS” organizzato da Erica Srl all’interno di Waste Management Europe, fiera di settore che si è tenuta a Bergamo dal 9 all’11 aprile, ha visto una grande partecipazione di pubblico che, con grande interesse ha seguito i 5 interventi degli speaker e la tavola rotonda finale coordinata da Claudia Mensi, Manager A2A e Presidente di FEAD, European Waste Management Association.

Dopo i saluti istituzionali di Lucia Lo Palo, Presidente di ARPA Lombardia, la stessa Claudia Mensi ha aperto la conferenza con una introduzione alla tematica che ad oggi presenta ancora molte criticità a partire dalla normativa, per passare alle tecnologie, alle metodiche analitiche e alla necessità di avviare un confronto costruttivo fra tutti gli stakeholder.

Sara Valsecchi, Ricercatrice presso il CNR-IRSA e impegnata sulla tematica dei PFAS da molti anni, ha introdotto la tematica con taglio scientifico, partendo dalle nozioni chimiche per la definizione di questa ampia categoria di composti che ad oggi conta diverse migliaia di molecole, per poi passare alla loro diffusione nell’ambiente e alle possibili fonti di emissione, esaminando infine la loro persistenza nell’ambiente e nei tessuti animali, compresi quelli umani, circostanze che costituiscono una fonte crescente di preoccupazione.

Francesco Maria Bucarelli, Membro del Comitato Scientifico e Presidente di FOSAN-ETS (Osservatorio PFAS), ha presentato l’approccio “One Health” alla tematica della salute connessa all’esposizione umana ai PFAS. La Comunità scientifica internazionale riconosce ormai che la salute degli esseri umani, degli animali domestici e selvatici, delle piante e dell’ambiente (compresi gli ecosistemi) sono strettamente legati e interdipendenti fra loro; occorre quindi un approccio integrato che coinvolga molteplici settori, discipline e componenti della società. E’ stato inoltre ricordato che oltre il 90% di queste sostanze sono assunte dall’uomo dalla catena agro-alimentare, quindi dal cibo e dall’acqua potabile; è stato esposto come i PFAS vengano assorbiti dal corpo umano che non riesce a metabolizzarli, oltre che espellerli con grande difficoltà ed è stata infine illustrata una rapida carrellata dei dati epidemiologici e degli effetti sulla salute a oggi noti.

Valentina Mauri, Direttore area EMEA affari legali di Chemours in rappresentanza dell’associazione dei produttori Fluoropolymers Group by Plastic Europe, ha illustrato il vastissimo campo di applicazione che non riguarda soltanto quelli più noti nei prodotti di consumo, ma anche le applicazioni nei settori delle energie rinnovabili, nel settore aerospaziale, nei trasporti, nelle tecnologie mediche, ecc. Ha pertanto sottolineato che la restrizione generalizzata proposta dai 5 Stati Membri all’ECHA presenta forti criticità perché non differenzia in funzione della persistenza o della pericolosità dei vari composti, né tiene conto delle tecnologie che possono essere applicate in produzione per limitare emissioni e dispersioni. L’associazione FPG ha approntato un Programma di Produzione che prevede un impegno concreto nel tempo per ridurre al minimo le emissioni nell’ambiente di residui PFAS non polimerici provenienti dai coadiuvanti della polimerizzazione o derivanti dalla produzione di fluoropolimeri.

E’ stata poi la volta di Edoardo Slavik, R&D Manager di Erica Srl, che dopo una breve introduzione normativa in relazione alla legislazione attualmente presente in Europa e in Italia inerente la gestione dei PFAS in acque reflue e rifiuti sottolineandone la frammentarietà e poca uniformità, ha presentato un’ampia panoramica delle tecnologie attualmente applicate per la rimozione dei PFAS da matrici complesse. Sono state illustrate tecniche già applicate su scala industriale, come quella del PFAS Remover che ha visto la sua prima installazione industriale per la rimozione dei PFAS dai percolati di discarica a valle di un lungo percorso di ricerca che Erica ha compiuto a partire dal 2017, ma anche tecnologie ad oggi applicate su scala pilota o di laboratorio, concludendo che ad oggi non esistono tecnologie mature che possano essere applicate universalmente, ma occorre un importante e continuo confronto fra ricercatori, legislatori, produttori e impianti, per focalizzare le tecniche da inserire nei BREF (Best Reference Documents) europei come tecniche di riferimento per il settore in relazione ai livelli che si vogliono raggiungere, assunto che il concetto di “Zero PFAS” scientificamente non è accettabile.

L’ultimo intervento è stato quello di Rachel Houssiere, application engineer di Chemviron, che ha illustrato l’applicazione dei carboni attivi nei diversi settori industriali e della depurazione, oltre che i notevoli sforzi di ricerca applicativa dei laboratori Chemviron in Belgio. I carboni attivi sono una tecnica ampiamente nota e utilizzata per la rimozione dei PFAS dalle matrici liquide, con il grande valore aggiunto della completa distruzione dei PFAS nel processo di rigenerazione e riattivazione del carbone.

Isabella Stilo, CEO di Erica Srl, afferma: “Dal 2017 abbiamo approcciato la tematica PFAS con lo scopo di realizzare una tecnologia che permettesse la loro rimozione dal percolato di discarica e questo percorso di ricerca ci ha portato a cogliere la complessità di questa tematica. Oggi, nel nostro lavoro di divulgazione sugli inquinanti emergenti, abbiamo compreso quanto sia importante coinvolgere l’intera filiera, dai produttori alle aziende di trattamento rifiuti e alle istituzioni. Anche il consumatore deve essere necessariamente informato, senza creare allarmismo e con totale trasparenza verso la complessità del problema”.

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Erica Srl

Erica S.r.l. è un’azienda affermata e affidabile nella gestione e nel trattamento dei rifiuti industriali. Competenza, ottimizzazione, efficienza e risparmio sono i punti essenziali di questa realtà. Dal 2017 Erica si occupa anche di ricerca, in particolare nell’individuazione di nuove tecnologie per la riduzione degli inquinanti emergenti e ha ottenuto 3 brevetti per la tecnologia PFAS Remover, specifica per la riduzione dei PFAS nel percolato di discarica.