Trattamento dei PFAS nel percolato di discarica: quale tecnologia adottare?

COME RIMUOVERE I PFAS NEI PERCOLATI DI DISCARICA

Nonostante sia ormai riconosciuto che la problematica dei PFAS nei percolati di discarica sia ubiquitaria a livello mondiale, esistono ancora troppi pochi studi di trattamenti su percolati e reflui liquidi.

Per questo Erica ha deciso di investire risorse nella ricerca di soluzioni tecnologiche ed impiantistiche valide per la riduzione/rimozione dei PFAS nei percolati di discarica.

Fondamentale è stata la costruzione di un vasto database analitico sulla presenza dei PFAS da cui partire per poter condurre sperimentazioni scientifiche in materia.

TRATTABILITÀ DEI PFAS

Già ad inizio del 2017 Erica ha incaricato il Politecnico di Milano di condurre un approfondimento bibliografico sul panorama mondiale per verificare la presenza di studi e tecnologie sui PFAS nei percolati di discarica.

Da questa ricerca è ha prima di tutto confermato la presenza di PFAS in moltissimi percolati analizzati in tutto il mondo, constatando ancora una volta che, sebbene si tratti di una problematica complessa e poco conosciuta, si è di fronte ad una problematica comune a livello mondiale.

Sulla base di quanto emerso, lo studio condotto considera che i trattamenti percorribili per ottenere abbattimenti sostanziali siano:

  • i trattamenti a membrana (osmosi/nanofiltrazione su percolato grezzo);
  • la biodegradazione anaerobica, in una prospettiva di test da condurre a lungo termine;
  • l’adsorbimento su carbone attivo (su percolato tal quale o pre-trattato).

QUALE TECNOLOGIA SCEGLIERE?

Per avviare un percorso di ricerca su una specifica tecnologia è stato fondamentale considerare due importanti aspetti:

  • La gestione dei percolati di discarica riveste un’importanza prioritaria nel contesto dello smaltimento dei rifiuti, sia per via dei grandi quantitativi prodotti, sia per l’elevato numero di discariche (attive o dismesse), sia perché la gestione delle discariche ‘post-mortem’ è fissata per legge in tempi molto lunghi (circa 30 anni). Quindi anche se PFOS e PFOA sono stati eliminati dalle produzioni, di fatto nei rifiuti rimarranno per decenni.
  • Ogni anno vengono prodotti enormi quantitativi di percolato, che non permettono di adottare tecnologie eccessivamente impattanti in termini sia energetici che economici.

In che modo quindi scegliere la tecnologia tecnicamente ed economicamente più sostenibile ed efficace per essere applicata ai percolati di discarica?

Una cosa è certa: al fine di sfruttare economie di scala, ottenere un’ottimizzazione tecnica ed economica e sfruttare le competenze di chi già gestisce impianti di trattamento, è sicuramente più opportuno applicare la tecnologia di trattamento presso impianti di depurazione, piuttosto che presso le discariche stesse. Questo perché, se il trattamento venisse effettuato direttamente in discarica, si genererebbe comunque un rifiuto liquido più o meno concentrato che dovrebbe essere poi smaltito in un altro impianto idoneo.

A ciò si aggiunge anche la consapevolezza che utilizzare impianti di concentrazione come la nano-filtrazione o l’osmosi inversa non rappresenta una soluzione del tutto ottimale, se non in casi particolari, a causa del grande impatto energetico e della produzione di un concentrato di PFAS e altri inquinanti che dev’essere successivamente smaltito in impianti di incenerimento; ciò comporta relativi problemi legati alla totale mancanza di spazi disponibili e ad una sostenibilità economica della tecnologia non idonea al mercato del percolato di discarica.

Trattamento su carbone attivo

La scelta su quale trattamento sperimentare l’efficacia ricade dunque sull’adsorbimento su carbone attivo granulare. Questa tecnologia infatti presenta numerosi vantaggi, tra questi:

  • è nota e sperimentata su molti microinquinanti, incluse le sostanze perfluorurate, anche se ad oggi è comunemente applicata soltanto ad acque a bassissimo contenuto di organico (acque di falda, acque potabili, acque depurate);
  • costituisce grande valore aggiunto la possibilità di riattivare il carbone attivo, eliminando in tal modo definitivamente i composti assorbiti;
  • è applicabile su grandi volumi con ottimo rapporto tra volumi trattati e costi, con un basso investimento iniziale;
  • è flessibile e di semplice gestione;
  • qualora venga posta a monte dell’impianto, consente di salvaguardare anche i fanghi biologici dalla presenza di PFAS;
  • consente la migliore efficacia ottenibile in termini di sostenibilità ambientale.

Presi in considerazione questi aspetti, abbiamo dato avvio ad un percorso di ricerca che ha previsto diverse sperimentazioni in laboratorio, seguite da due sperimentazioni industriali con impianto pilota, con un protocollo analitico decisamente importante, con l’obiettivo di testare la validità della tecnologia.

Vuoi saperne di più sull’adsorbimento su carbone attivo e sulla sperimentazione? Guarda il nostro video: LA TECNOLOGIA PFAS REMOVER PER IL PERCOLATO DI DISCARICA

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