La depurazione del percolato di discarica

IL PERCOLATO DI DISCARICA

Il percolato di discarica è un liquido che si forma dal processo di infiltrazione delle acque piovane all’interno del corpo dei rifiuti e dalla decomposizione degli stessi ed è composto da varie sostanze inquinanti in diverse concentrazioni.

Il grande rischio da evitare riguarda la possibilità che queste sostanze inquinanti possano riversarsi nel territorio circostante, andando ad inquinare le falde acquifere e di conseguenza l’acqua che beviamo e utilizziamo quotidianamente.

Anche per questa tipologia di refluo, dunque, si rendono assolutamente necessarie, le operazioni di smaltimento. Scopriamo come.

CARATTERISTICHE DEL PERCOLATO

L’art. 2 del D.L. 36/03 fornisce la più recente definizione di percolato quale “…liquido che si origina prevalentemente dall’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi”.

Dunque, per percolato di discarica è da intendersi come un rifiuto speciale non pericoloso, e solo in alcuni casi risulta essere classificato come pericoloso a seconda che contenga o meno sostanze dannose, prodotto dalle discariche per rifiuti solidi urbani o speciali. Tale rifiuto rientra nella categoria dei reflui con più o meno elevato tenore di inquinanti organici e/o inorganici che derivano dalla natura dei rifiuti che sono stati, nel tempo, ritirati dalle discariche.

Ma in che modo si produce il percolato? Attraverso due processi del tutto naturali, la decomposizione naturale dei rifiuti collocati a dimora e l’azione dell’acqua piovana, che precipitando e attraversando i rifiuti si incanala tra gli spazi creati e scorre trascinando scorie e sostanze chimiche in concentrazioni variabili da rendere questo refluo un vero e proprio rifiuto da dover trattare in impianti idonei. Va da sé che la produzione del percolato varia notevolmente a seconda dei periodi dell’anno in cui si hanno maggiori quantità di piogge.

La variazione quantitativa, tuttavia, non è l’unica caratteristica a mutare nel tempo; anche la qualità stessa del percolato risulta essere piuttosto eterogenea per effetto delle diverse concentrazioni di sostanze chimiche che vengono rilasciate nel rifiuto stesso. Il percolato, infatti, può avere composizione chimica molto differente a seconda di specifici parametri, tra cui il tipo di rifiuto che è stato ritirato e l’età della discarica.

Solitamente ai fini della valutazione tecnico/economica per il trattamento del percolato, vengono presi in considerazione alcuni parametri fondamentali come il pH, il BOD5 e il COD – due parametri che indicano la concentrazione di sostanza organica e inorganica – i Cloruri, l’Ammoniaca ed il contenuto di metalli quali boro, nichel, zinco, cromo e cadmio.

COME TRATTARE IL PERCOLATO DI DISCARICA

Le normative tecniche che definiscono i parametri obbligatori per la costruzione di una discarica, stabiliscono che il percolato debba essere captato tramite tubi immersi appena al di sopra dello strato di impermeabilizzazione, e rilanciato, tramite pompe idonee, all’interno di serbatoi e/o di vasche di raccolta per essere poi trasportato in impianti terzi specializzati nello smaltimento di rifiuti liquidi.

Proprio per le caratteristiche variabili finora descritte risulta molto complesso parlare in termini specifici della scelta del tipo di trattamento più idoneo per il percolato, in quanto questo è fortemente condizionato dalle caratteristiche biologiche e fisico-chimiche del refluo da dover trattare. Risulta chiaro, pertanto, la necessità di dover distinguere caso per caso.

Condividi post