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Gerarchia dei rifiuti: che cos’è e come funziona

LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE PASSA ATTRAVERSO UNA GERARCHIA DEI RIFIUTI

Sempre più spesso sentiamo parlare di sostenibilità ambientale e di proposte normative volte a ridefinire le regole del mercato globale per raggiungere importanti obbiettivi di riduzione dell’impatto che prodotti e materie hanno sull’ambiente. Questo significa analizzarne tutto “il ciclo di vita”, dalla loro produzione all’imballaggio e al tipo di trasporto impiegati, fino alla gestione del loro smaltimento ed eventuale riutilizzo.

Tutti questi aspetti vengono ciclicamente posti sotto la lente d’ingrandimento per valutare e progettare soluzioni e tecnologie per raggiungere un’efficienza maggiore ed un impatto minore, passando così da una sostenibilità minima ad una sempre più massimizzata.

Per avere una visione d’insieme più completa dobbiamo, però, fare un passo indietro e vedere nel dettaglio alcuni fattori; insomma, dobbiamo vedere “da dove veniamo” per capire cosa rischiamo e che direzione possiamo intraprendere.

Basti pensare che qualsiasi materiale o prodotto immesso sul mercato è destinato a trasformarsi presto o tardi in un rifiuto (per non parlare del singolo imballaggio) e che, a causa del progressivo aumento dei volumi annui prodotti, della persistenza nell’ambiente e dell’eventuale presenza di sostanze pericolose, può costituire un serio problema per la società in termini di trattamento e smaltimento.

Da qui, la necessità di avviare un profondo cambiamento al sistema economico attuale e passare, dunque, al modello di economia circolare, grazie anche alla definizione di una vera e propria gerarchia dei rifiuti, una classificazione di azioni da compiere per il loro trattamento sulla base del livello di priorità e di sostenibilità ambientale.

Il modello in questione non solo pone l’attenzione sulla necessità di differenziare i rifiuti, riciclare i materiali e recuperare risorse energetiche da quelli non ulteriormente valorizzabili, ma anche e soprattutto sull’importanza del tema della prevenzione nella produzione di rifiuti.

LA NORMATIVA EUROPEA VERSO UN’ECONOMIA CIRCOLARE

L’Unione Europea ha emanato il cosiddetto “pacchetto rifiuti”, una serie di normative sulla gestione dei rifiuti volte ad accompagnare gli Stati membri verso un’economia circolare attraverso un periodo di transizione.

In particolare, all’interno della “Direttiva quadro sui rifiuti” (Direttiva 2008/98/CE), viene a stabilirsi la già citata gerarchia dei rifiuti, che sancisce diverse misure per proteggere l’ambiente e la salute dei cittadini prevedendo o riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti.

Con questo provvedimento viene così introdotta un’importante distinzione tra le diverse soluzioni adottabili nella gestione dei rifiuti, secondo il seguente criterio di priorità di azioni che vanno dalla produzione fino allo smaltimento:

  • prevenzione;
  • riutilizzo;
  • riciclaggio;
  • recupero di altro tipo (per esempio il recupero di energia);

Questa gerarchia altro non è che una “piramide” che indica un ordine di preferenza delle azioni da attuare per ottenere il massimo beneficio dai prodotti e generare la minima quantità di scarti.

Gli Stati membri sono quindi incoraggiati a mettere in pratica la normativa e la politica in materia di rifiuti in modo trasparente attraverso una corretta applicazione della gerarchia dei rifiuti che può e deve portare a diversi benefici collettivi, tra cui la riduzione delle emissioni di gas serra, il risparmio energetico, una maggiore conservazione delle risorse e lo sviluppo di tecnologie cosiddette “green”.

La più recente Direttiva 2018/851/UE, che modifica la precedente 2008/98/CE, fissa altri nuovi obiettivi, sia temporali che percentuali in peso, per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani pari al 55% entro il 2025, 60% entro il 2030 e il 65% entro il 2035. Inoltre, vengono rafforzate le norme in materia di prevenzione dei rifiuti. Con il nuovo pacchetto di misure, infatti, i paesi dell’Unione devono impegnarsi a sostenere modelli di produzione e consumo sostenibili, incoraggiando non solo la progettazione, la produzione e l’uso di prodotti che siano efficienti nell’utilizzo delle risorse, durevoli, riparabili, riutilizzabili e che possano essere aggiornati, ma anche, ad esempio, la riduzione della produzione di rifiuti alimentari come importante contributo all’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di ridurre del 50% lo spreco alimentare globale pro capite entro il 2030.

IL SISTEMA PIRAMIDALE: COME TRATTARE I RIFIUTI DALLA PREVENZIONE ALLO SMALTIMENTO

La gerarchia dei rifiuti diventa a tutti gli effetti uno schema utile e pratico al fine di gestire al meglio i rifiuti a seconda del loro impatto sull’ambiente e sulla salute umana. Deve diventare pratica quotidiana e non limitarsi solo ad azioni singole per garantire minori produzioni di rifiuti in favore di una migliore sostenibilità ambientale.

Come trattare quindi rifiuti in base alla priorità delle operazioni possibili?

1. Prevenzione

In cima alla piramide c’è il concetto di “prevenzione”, ovvero il tentativo di evitare di produrre rifiuti alla fonte o quanto meno di diminuirne la quantità. Ciò comprende tutte quelle azioni che possono essere compiute a monte della catena di produzione e distribuzione al fine di ottimizzare e migliorare il processo produttivo attraverso la limitazione degli imballaggi, il contenimento nell’utilizzo di sostanze nocive o la diffusione di prodotti green.

I cittadini, in tal senso, devono anch’essi essere sensibilizzati per contribuire in prima persona alla diffusione di buone pratiche e prediligere comportamenti di acquisto più coscienziosi, modificando le loro abitudini quotidiane consapevolmente.

2. Riutilizzo

Attraverso attività di controllo, pulizia, o riparazione/manutenzione, è possibile dare seconda vita ad un prodotto o materiale una volta esaurita la sua funzione principale senza subire ulteriori trattamenti. È il caso di vestiti, mobili, apparecchiature elettroniche che possono essere riparate e rigenerate per essere reimmesse sul mercato. Negli ultimi anni, abbiamo assistito ad un vero e proprio boom anche di App, siti e tutorial volti a promuovere il concetto di dare nuova vita agli oggetto usati.

3. Riciclo

Quando la produzione di un rifiuto non può essere evitata è necessaria un’operazione di riciclaggio, ossia di azioni che puntano a recuperare i materiali utili presenti nei rifiuti per riutilizzarli. È il caso, ad esempio, di materiali e sostanze quali plastica, vetro, carta e metalli che, grazie alla raccolta differenziata operata dai cittadini, vengono processati e sottoposti a trattamenti specifici per poi essere riutilizzati almeno in parte nella produzione di altri beni, materiali o sostanze.

4. Recupero di energia

Il recupero di altro tipo di rifiuti riguarda la possibilità di ricavare energia elettrica o calore da quei rifiuti non riciclabili che finirebbero altrimenti in discarica. È ciò che avviene all’interno di un termovalorizzatore, in cui i rifiuti vengono bruciati ad alte temperature al fine di recuperare dall’incenerimento il calore necessario per produrre teleriscaldamento o generare energia elettrica.

5. Smaltimento

All’ultimo gradino della scala gerarchica per priorità di azioni che riducono e trattano i rifiuti si trova lo smaltimento in discarica, ultima spiaggia per tutti quei rifiuti per cui è stato impossibile effettuare una delle operazioni finora descritte. Quando, infatti, non vi è possibilità di riciclare o riutilizzare in altro modo materiali e sostanze, questi finiscono in discarica. Si tratta di una soluzione che per decenni è stata considerata come una delle poche alternative valide per la gestione dei rifiuti, ma che oggi rappresenta a tutti gli effetti un’opzione da scongiurare e che dovrà subire in futuro forti riduzioni per limitarne l’impatto ambientale.

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